politica

Il commento
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L’entusiasmo, la contestazione o la storia? Avanti con le scommesse su quale elemento trionferà tra 200 giorni sotto la Torretta. La campagna elettorale per le comunali 2016 di Savona, anno olimpico, vanta tre squadre in campo.

Quelli che oggi sventolano la bandiera del ritrovato fervore sono i militanti del centrodestra, prematuramente considerato morto e oggi più baldanzoso che mai dopo l’insperata vittoria regionale. E’ di queste ore la dichiarazione d’intenti: “Udc a parte, tutti uniti”. Dalla Lega a Fratelli d’Italia, passando per gli azzurri, la sensazione che il momento “dell’adesso o mai più” sia arrivato.

Primo passo per la conquista di Palazzo Sisto, non fare autogol nei primi mesi di soggiorno a De Ferrari. Secondo, trovare il Toti giusto. Terzo, non scovarlo fuori tempo massimo come accaduto nell’ultimo decennio dapprima con il gioielliere Vincenzo Delfino e un lustro fa con l’avvocato Paolo Marson. Nomi? La Lega del cacciatore Bruzzone ha voglia di sparare le proprie cartucce.

L’operazione Savona Calcio, con il forzista Matteo De Benedetti alla guida, certifica la conferma di una compagine che stavolta non corre per partecipare. La protesta è espressa invece dai Cinque Stelle con il seguito dei relativi comitati. Cavalcare gli autogol dell’amministrazione uscente, ultimo quello sulla vicenda bitume, resta l’imperativo grillino.

Impiegato per lidi regionali lo stimato Andrea Melis, e promosso a ruoli più remunerati Carlo Freccero, cercasi disperatamente il Di Maio del ponente con due giornalisti cittadini in prima fila. Requisiti? Non troppo integralista, ma sufficientemente determinato. Non solo famoso tra gli internauti e noto quanto basta tra i pensionati della bocciofila.

Gente in gran parte stanca della stessa storia che, se ritrovasse l’energia per tornare alle urne, potrebbe anche far saltare il banco alla terza squadra: la sinistra, appunto. O quello che ne resta. Dopo il solenne fallimento di fine maggio, il valzer dei nomi post Berruti, in casa democratica, viaggia a ritmo da sambodromo. Va veloce, direbbe Lella Paita. Ma l’economia cittadina, sotto la Torretta, corre decisamente meno. E così nella rosa di candidabili, dentro l’attuale giunta, ci sono la titolare al sociale Isabella Sorgini guida di un assessorato sempre più delicato, ma anche l’ex sindacalista rosso Livio Di Tullio che oggi si definisce indisponibile senza crederci per davvero neppure lui.

Fuori dal palazzo il nome in primis è quello di Gianluigi Granero, riferimento ligure delle cooperative e figlio del procuratore che ha stoppato Tirreno Power. Ma c’è anche il commercialista ed ex presidente dei bus cittadini Maurizio Maricone, nonché marito della stimata professoressa di marketing Roberta Milano. E di strategia comunicativa ne servirà propria tanta per dare continuità al potere rosso sbiadito sotto la Torretta dove neppure avviata una campagna già è scattata quella per le politiche finalizzata alla sostituzione dello scranno di Anna Giacobbe. A correre, due maratoneti di razza: lo stesso Berruti e il collega cairese Fulvio Briano, attuale segretario Pd.

Ma la voce che non ti aspetti, a Savona, arriva dal mare dove la pallanuoto ha iniziato i suoi primi campionati. E’ lì tra le barche che il pescatore butta nella rete la candidatura dirompente: “Dobbiamo ritrovare l’orgoglio savonese, non venderci a Genova e mettere assieme la sinistra con un nome che sappia ancora scaldare i cuori. Ci vuole Claudio”. Nessuna paura, non è un ritorno al passato. E neppure un politico.

Questo Claudio si chiama Mistrangelo. Ha fatto l’allenatore della Rari Nantes Savona per 30 anni. Ci ha portato sul tetto dell’Europa, ha cresciuto centinaia di giovani e non ha mai lasciato la città anche quando lo avrebbero coperto d’oro. Se vogliamo vincere l’oro della nostra Olimpiade serve uno come lui”.