cronaca

Lui replica: "Quell'ordinanza non ha nulla di razzista"
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Aveva emesso una ordinanza in cui vietava ai migranti sprovvisti di certificato medico che escludesse malattie contagiose di sostare nel Comune. Per questo il sindaco di Alassio, Enzo Canepa, si è visto notificare dal gip del tribunale di Savona un decreto di condanna, chiesto dal sostituto procuratore Chiara Venturi, che prevede la sanzione di 3750 euro per "discriminazione razziale".

L'azione di Venturi era nata dopo gli esposti di associazioni contro la delibera dell'estate del 2015. Il sindaco, che guida una lista civica vicino al centrodestra, ha deciso di opporsi. "Quella ordinanza non ha nulla di razzista, è un atto a tutela della salute dei cittadini e dei turisti dopo le segnalazioni di casi di scabbia su migranti che erano stati riscontrati a Ventimiglia. Sono convinto della bontà di quel provvedimento", dice. Il difensore del primo cittadino, l'avvocato Giorgio Cangiano sottolinea che "Canepa ha deciso di opporsi per spiegare al dibattimento l'assenza di razzismo da quell'atto".

"Solidarietà al sindaco di Alassio Enzo Canepa
e stupore per la decisione del giudice che lo ha condannato per razzismo solo per aver emesso un'ordinanza nel suo comune, a seguito dell'ondata migratoria in Liguria, di divieto di permanenza ad Alassio rivolto a persona senza adeguata certificazione medica". Lo scrive il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti con un post sulla sua pagina facebook