Il nuovo ministro della Salute o Sanità ha un cognome che da’ fiducia. Si chiama Speranza ed è il ministro teoricamente più a sinistra del curioso governo giallorosso, proveniendo da Liberi e Uguali. Si troverà a dover gestire e guidare un dicastero strategico perchè è il più globalmente “sociale” tra tutti quelli che compongono il governo. La salute e soprattutto la mancanza di salute riguardano indistintamente tutti gli italiani, abbienti e meno abbienti, del Nord come del Sud.
Il guaio è che mentre la sanità nordista è mediamente buona, parliamo logicamente di sanità pubblica, quella del sud è mediamente precaria.
Quella ligure sta così così, scontando ancora errori del passato cui si sono aggiunte alcune scelte sbagliate del presente. Per esempio una reale difficoltà ad amalgamare seriamente l’offerta pubblica con quella privata convenzionata, formula indispensabile per affrontare un futuro/presente in cui, ce lo confermano le ultime statistiche, la spesa farmaceutica ha subito una impennata e ci sono molti che non hanno la possibilità di curarsi. Questo di fronte all’aumento della popolazione anziana, in Liguria con numeri da record, che è un buon segnale, ma che comporta più costi.
In Liguria vorremmo capire bene come si amalgamerà il pubblico con il privato e in particolare come entrerà nel giro il tamto atteso ospedale privato di Erzelli. Non vorremmo che creasse doppioni o peggio.
E che cosa intende fare la Regione per frenare la costante fuga di liguri negli ospedali e nelle cliniche specializzate della Lombardia spesso per seguire illustri medici e chirurghi che lavoravano a Genova, e che i dirigenti politici e amministrativi della sanità locale si sono fatti scippare! Non faccio nomi e cognomi per eleganza...
Bene. Speranza il ministro ha assicurato che rilancerà la sanità pubblica e universalistica. Ottima scelta. Purchè imponga ai suoi governati locali di puntare sulla qualità. Più qualità significa meno fughe. Meno fughe significano meno costi per le nostre tasche.
salute e medicina
Speranza per la Sanità di nome e di fatto...
Il commento
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