L’effetto Ranieri sembra già svanito, la squadra si è di nuovo smarrita tra mancanza di carattere, pochezza tecnica, fragilità tattica. Anche l’esperto allenatore ultimamente ci sta mettendo del suo, con sostituzioni cervellotiche: nel finale di partita la Samp si è ritrovata con il centrocampista Linetty in posizione esterna, l’esterno Jankto nel ruolo di interno e l’improbabile Leris a costituire, con il malcapitato Thorsby, una delle catena di destra più improbabili della storia blucerchiata. La speranza è che Ranieri, tecnico capace ed esperto, riesca a ritrovare velocemente il bandolo di una matassa che, dopo il successo sull'Udinese, pareva finalmente dipanata o quasi.
Intendiamoci: al di là dei limiti dei protagonisti in campo, questa situazione ha un unico responsabile che si chiama Massimo Ferrero, il quale ha condotto la Sampdoria sul ciglio del baratro sportivo, scavando anche un solco profondissimo con i tifosi e l'ambiente. Il patetico tentativo di addossare le responabilità di questa stagione a Vialli e agli americani - che avevano come obiettivo quello di sottrarre la società all'oscurantismo investendo nel rilancio a tutti i livelli - è naufragato sotto i colpi dell'evidenza. Sabato sera c’è il derby e lo slogan “Si Salvi chi può”, anche alla luce dell’altrettanto pessima condizione dei “cugini” rossoblù, appare quantomai azzeccato. Così come, "chi lo perde è, forse, perduto".
Sarà di nuovo una stracittadina della paura, da dentro o fuori, ma anche per la Samp è troppo presto per fare calcoli. In attesa della Juventus e prima di un Natale che si preannuncia foriero di carbone. Salvo resurrezioni, di cui negli ultimi anni la Sampdoria è stata capace, anche e soprattutto nei derby. Ferrara e Giampaolo insegnano. Ora tocca a sir Claudio provarci.
IL COMMENTO
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