GENOVA -Il sogno è diventato realtà. È stato tagliato il nastro della escape room nata dall'idea di un gruppo di ragazzi all'interno di un immobile confiscato alla mafia che ora servirà a intrattenere e far divertire i genovesi, sempre con un occhio di riguardo verso la lotta alla criminalità organizzata.
Il progetto nato a settembre 2020 è diventato concreto quando i ragazzi del Gruppo Agesci Genova 13 sono riusciti ad ottenere il bene sito in vico Umiltà 4r, partecipando ad un bando indetto dal Comune di Genova attraverso il patrocinio della Zona Tre Golfi dell'associazione Agesci.
Grazie a una raccolta fondi è stato poi possibile restaurare il locale e successivamente procedere con l'allestimento dell'escape room, che avrà come fine quello di far entrare i partecipanti in contatto con i temi legati alla lotta alle mafie attraverso un'esperienza di gioco coinvolgente e immersiva. Nella nostra città c’è stata la più grande confisca del Nord Italia: 115 beni presi alla famiglia Canfarotta nel 2009. Non si tratta di ville e grandi terreni, ma di depositi e palazzine abitative in pessime condizioni. La maggior parte di questi immobili si trova nel centro storico di Genova, nei vicoli frequentati da ogni genovese, dove si trova anche il seminterrato con tre stanze e un bagno "vinto" dai giovani scout.
EnigMalavita è anche un omaggio a uno dei ragazzi ideatori del progetto, Stefano Matricardi, prematuramente scomparso a marzo 2020 per un tumore incurabile.
Ma che cos'è l'Escape Room? È un gioco di logica, sempre più amato e diffuso, nel quale i concorrenti, rinchiusi in una stanza allestita a tema, cercano una via d’uscita. Per poter completare con successo questa missione, dovranno usare logica e lavoro di squadra. Sarà concessa una sola ora di tempo per risolvere tutti gli enigmi, la cui soluzione permette di accedere al livello successivo e, infine, a uscire dalla stanza.
Il progetto è stato presentato ufficialmente al Centro Banchi, in piazza De Marini 20r. All'inaugurazione hanno preso parte, oltre agli ideatori del progetto, alcuni referenti impegnati in prima linea nella lotta alla mafia e alla salvaguardia e valorizzazione dei beni confiscati che hanno animato una tavola rotonda dal titolo "Mafia e antimafia a Genova. Il valore sociale dei beni confiscati".
Tra i partecipanti Roberto Centi, presidente Commissione regionale Antimafia, Antonio De Luca, incaricato nazionale del settore Agesci “Giustizia, Pace & Non violenza”, Antonio Lijoi, referente dell’Osservatorio Boris Giuliano – Mafie in Liguria e Giorgia Casabona, responsabile Ufficio Valorizzazione Patrimonio non abitativo e Direzione Valorizzazione Patrimonio e Demanio Marittimo del Comune di Genova.
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità