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Nel 2021 abbattuti 1400 capi. Ecco chi sono le guardie regionali che fronteggiano l'offensiva di migliaia di ungulati
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di Michele Varì

GENOVA - Trenta agenti per fermare l'offensiva di oltre mille cinghiali in Liguria. Il lavoro degli agenti della polizia regionale incaricata di fronteggiare l'avanzare degli animali selvatici in città e paesi è raccontato da Valerio Vassallo, il dirigente del servizio di fauna selvatica, caccia e vigilanza della Regione Liguria.

"Solo l'anno scorso abbiamo rimosso mille e 400 cinghiali" spiega il dirigente omettendo che rimuovere quasi sempre equivale ad abbattere. Un lavoro, il loro, delicato perché fra due fuochi: da una parte chi chiede di allontanare i cinghiali perchè pericolosi per la viabilità e per cibarsi buttano all'aria i bidoni della spazzatura, dall'altra gli animalisti e i tanti cittadini che chiedono di non uccidere i cinghiali.

Ma per legge gli animali selvatici catturati in ambito urbano non possono essere rimessi in libertà perché tenderebbero a tornare a cercare cibo in ambienti urbani e invece di risolvere si sposterebbe il problema.

Per fronteggiare l'avanzata dei cinghiali e di ogni altro animale non domestico gli agenti regionali hanno fuoristrada, reti, gabbie per la cattura e fucili che sparano anche cariche al narcotico, che si usano quando si opera in contesti urbani. In loro aiuto in alcuni casi ci sono gli agenti della polizia locale: a Rapallo un agente della municipale con la passione della caccia opera da anni, a Genova il Comune ha comprato da mesi fucili e gabbie e ha selezionato gli agenti cacciatori, ma il servizio stenta a partire per motivi burocratici.

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