LIGURIA - Era attesa l''ordinanza regionale tra ristori, regole e deroghe sull'emergenza peste suina in Liguria con alcuni chiarimenti necessari riguardo a cosa si può e cosa non si può fare dopo la decisione del Ministero della Salute di porre in zona rossa la zona compresa tra Recco e Albissola e relativo entroterra. Il presidente Giovanni Toti ha subito posto l'accento sul tema risarcimenti, chiarendo che "decideremo le somme da richiedere per i ristori al Governo, demandando a Camera di Commercio la ricognizione sui danni per poter risarcire le attività danneggiate da questo provvedimento e Regione Liguria anticiperà quanto necessario per far fronte alle esigenze più impellenti. Terremo un tavolo a Roma anche con Regione Piemonte per definire il confine dell’emergenza ed eventuali ulteriori ordinanze per criteri di risarcimento delle imprese e estendere o, auspicabilmente, ridurre la zona rossa". Ecco il testo dell'ordinanza (CLICCA QUI).
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Tra i punti affrontati nel testo dell'ordinanza c'è il via libera alle attività all’aperto su strade comunali, provinciali e private asfaltate per consentire specialmente il ritorno alla propria abitazione, così come alla libera circolazione nelle aree verdi e nei parchi cittadini, sui moli, sul lungomare, nelle spiagge, dove però persiste il divieto di lasciare liberi cani, gatti e altri animali domestici. In caso di necessità di interventi di manutenzione, i gestori potranno entrare nella zona rossa e transitare per riparare eventuali guasti. Come già specificato in precedenza, resta consentito il taglio della legna così come potranno procedere i cantieri di intervento già avviati prima della entrata in vigore dell'ordinanza ministeriale. A fare il punto l'assessore all'agricoltura e al territorio di Regione Liguria Alessandro Piana.
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Sospesi gli interventi di recupero di animali selvatici feriti, salvo la disposizione dei veterinari della Asl di competenza. Sono stati disposti gli abbattimenti immediati e la relativa macellazione per i suini in attività familiari, destinati all'autoconsumo, così come l'abbattimento dei cinghiali nelle Zac, zone di addestramento cani. Decisa anche l'immediata macellazione dei suini negli allevamenti bradi e semibradi e lo stesso negli allevamenti misti cinghiali e suini con divieto di ripopolamento fino ai prossimi sei mesi. Viene consentito alla faunistica ambientale l'accesso all'area per individuare le carcasse dei cinghiali contagiati. Nella zona infetta qualsiasi carcassa va immediatamente segnalata all’Asl di competenza, l'unica che può provvedere al suo trasferimento. Viene chiusa la caccia per 30 giorni anche nei territori confinanti alla zona rossa e si perderanno due giornate.
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Durante la conferenza l'aggiornamento sui numeri: sono salite da 8 a 15 le carcasse di cinghiali positive al virus della peste suina africana individuate tra Liguria e Piemonte. Tutti i nuovi casi sono stati individuati nei boschi in provincia di Alessandria. In Piemonte i casi accertati sono 12 e mentre rimangono tre in Liguria. Oggi la prima giornata organizzata di ricerca delle carcasse nei boschi liguri nell'area rossa, tra le province di Genova e Savona, una seconda prevista per domenica. Le analisi sul sequenziamento del virus hanno individuato l'origine del virus in Georgia.
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