Cronaca

Spiragli per il governatore ai domiciliari ormai da due mesi in seguito all'operazione della guardia di finanza che con un'indagine sulla corruzione ha decapitato la Regione Liguria
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di Michele Varì

GENOVA - A quasi due mesi esatti dalla maxi operazione sulla corruzione della guardia di finanza che l'ha fatto finire agli arresti domiciliari nella sua casa spezzina di Ameglia, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti lunedì otto luglio potrebbe tornare libero.

A decidere se revocare le restrizioni a Toti sarà il tribunale del Riesame di Genova presieduto dal giudice Cusatti ha cui l'avvocato Stefano Savi, legale del governatore, ha presentato appello dopo il diniego del Gip Paola Faggioni e della procura titolare dell'indagine.

L'udienza è fissata per le nove del mattino: Toti non dovrebbe essere presente in aula. Impossibile per ora ipotizzare quando arriverà il responso dei giudici, ma si vocifera che la risposta potrebbe esserci entro due giorni.

Fra gli indagati più importanti con restrizioni l'unico che ha ottenuto revoca di una parte delle misure disposte è stato Matteo Cozzani, ex sindaco di Portovenere ed ex capo di gabinetto di Toti, a cui i gip hanno alleviato le restrizioni dopo essersi dimesso dal suo incarico in Regione.

Il presidente della Liguria invece ha sempre rifiutato di rinunciare al suo incarico, limitandosi ad autosospendersi perché certo di poter dimostrare la sua innocenza.

La scorsa settimana sempre il Riesame ha respinto l'istanza di scarcerazione presentata dall'ex presidente dell'autorità portuale ed ex amministratore delegato di Iren di Genova Paolo Emilio Signorini, unico indagato detenuto in carcere, accusato di avere agevolato l'imprenditore portuale Aldo Spinelli: un no però giustificato dal fatto che l'indagato non ha un domicilio ritenuto sicuro in cui non possa reiterare i reati o inquinare le prove. Anche Signorini, come Cozzani, non riveste più incarichi ufficiali.

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