GENOVA - Più di cento fotografie che fluttuano nel vuoto in un Sottoporticato di Palazzo Ducale come non vedevamo da tempo: la mostra "Letizia Battaglia. Sono io" è tutto un gioco di contrasti, dal bianco e il nero delle opere che più hanno contraddistinto la sua carriera all'esplosione di colori nell'ultima sala per la campagna pubblicitaria di Lamborghini, dagli accostamenti voluti dal curatore Paolo Falcone che abbinano in maniera quasi casuale alle stragi di mafia i volti di bimbe e di donne, dagli orrori della cronaca siciliana alla bellezza della natura siciliana, dalla contemporaneità degli scatti di una donna che ha raccontato la sua attualità alla bellezza immortale di una sala che di storie ne ha viste tante. Per creare questo allestimento, sono state rimosse tutte le pareti e il Sottoporticato è restituito nella sua originaria bellezza, come sottolineato dal direttore Serena Bertolucci.
"Volevamo un luogo che potesse essere in dialogo con il linguaggio di Letizia Battaglia, che è scarno, essenziale, crudo e quindi abbiamo riportato il sottoporticato alla sua vera dimensione medievale. Ed è incredibile come due punti così distanti nel tempo trovino insieme armonia e grazia"
Fino al primo novembre 2023 ci si potrà immergere in un articolato percorso narrativo suddiviso in 4 sezioni, con immagini in bianco e nero e una serie di foto a colori di grande formato del suo ultimo lavoro, oltre a documenti video, parte della sua produzione editoriale e materiali inediti. E il percorso rompe ogni schema tradizionale a cui siamo abituati: spariscono le didascalie, sapientemente sostituite da un libro di sala, comodamente consultabile senza doversi chinare per leggere da vicino la spiegazione o il titolo dell'opera. Un'idea da replicare. Ma sparisce anche l'ordine cronologico e la suddivisione per temi, come tiene a sottolineare il curatore di questa retrospettiva promossa da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Genova e Civita Mostre e Musei in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Art.
"Ho voluto costruire un'opera polifonica, mettendo tutto insieme per raccontare questa carriera straordinaria di una donna che è stata fotografa, attivista, militante, ma anche editrice, una paladina dei diritti delle donne e una ambientalista"
Ma c'è anche un torto riparato alla grande fotografa che è stata: nel 2022, infatti, è scoppiata una bufera sulla campagna pubblicitaria realizzata per Lamborghini nella sua Palermo. Come modella una giovane adolescente ritratta nella sua indifferenza mentre sullo sfondo si staglia un'auto gialla fiammante. L'accusa dei siciliani subito insorti era di aver abusato dell'eterno binomio stereotipato donne-motori. Per questo motivo i manifesti erano stati presto rimossi. "Oggi le foto sono qua, siamo pronti a discuterne e le mettiamo in mostra, in un museo per far capire che la grande potenza di Letizia Battaglia che con l'uso della fotografia ribalta l'uso della pubblicità".
"Un titolo bellissimo, quel 'Sono io' di un personaggio che ha fatto la storia della fotografia, ma che attraverso le foto dei morti di mafia ha dimostrato negli anni il suo impegno politico", commenta con orgoglio il presidente di Palazzo Ducale Beppe Costa. In un momento rosa per la città di Genova, gremita di turisti in quest'ultimo periodo: tra le mete ci sono proprio le mostre all'interno del Palazzo e lo testimoniano le lunghe file.
La mostra apre i battenti all'indomani dell'arresto a pochi passi di distanza - com'è strana a volte la vita - del boss mafioso latitante Pasquale Bonavota. Una mafia che anche attraverso chi l'ha raccontata e denunciata per tutta la vita come Letizia Battaglia può essere sconfitta.
"Ognuno può fare la propria parte secondo le doti che ha. E questa è un'altra cosa che Letizia Battaglia ci lascia: fare la propria parte. Fare testimonianza non è solo fare reportage, ma è un qualcosa di molto più forte che non ci lascia indifferenti"
IL COMMENTO
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