CHIAVARI - Nella sua vita da girovago, Leo Bassi, il clown più famoso al mondo, tra i tanti luoghi in cui ha vissuto assieme alla sua famiglia di circensi si è innamorato proprio della Liguria. "Avevo un amico, forse uno dei più grandi miei amici, un musicista genovese che purtroppo è morto un anno e mezzo fa, che si chiamava Mauro Sabbione, che venivo spesso a trovarlo a Genova e quindi un rapporto più diretto con la Liguria l'ho sempre avuto", rivela a Primocanale. E così non poteva rifiutare il corteggiamento di Davide Paganini, direttore artistico del Dionisio Festival, che l'ha voluto in questa edizione estiva di spettacoli gratuiti per liguri e turisti. Una serata in cui non mancheranno le sorprese in piazza Nostra Signora dell'Orto a Chiavari, alle ore 21:30, prima di poi concedersi qualche giorno di vacanza nel levante ligure.
Imprevedibile, geniale, dissacrante e divertentissima, “The Best of” è un’antologia dei migliori numeri della carriera di Leo Bassi, giocoliere e attore che lavora per una comicità esplosiva, che mixa le sue origini italiane con quelle francesi, portando sul palcoscenico l'eredità di una lunga stirpe di clown e giocolieri, capace ancora oggi di stregare i giovani oltre che i loro nonni.
"Sono la sesta generazione rimasto a difendere questo mestiere, questa missione nella vita, ovvero di sorprendere il pubblico, di far pensare, andare contro i poteri, smontare l'ipocrisia. Questo è un lavoro che da millennio noi giullari portiamo in piazza e non attraverso gli schermi dei cellulari con Tiktok. Per me avere un pubblico davanti davvero è un piacere"
Leo Bassi ha davvero travalicato un'epoca, passando da un mondo quasi pre-tecnologico, dove il contatto era solo diretto con il proprio pubblico, arrivando poi alla televisione e ai social. "Oggi in Spagna abbiamo creato la Iglesia Patolica, dedicata al papero che in spagnolo è "pato" e quindi la chiesa si chiama il Paticano", racconta così la sua avventura più recente, che da più di tre anni lo vede impegnato ogni domenica a Lavapies, il quartiere radical-alternativo di Madrid, popolato soprattutto da africani, con una vera e propria "messa" atea per celebrare la religione della risata. "Siamo molto presenti su Youtube e su Instagram, ma è un'altra cosa. Provo molto gusto a lavorare con un vero pubblico davanti". E Leo Bassi rivendica così il piacere di fruire del rito collettivo del teatro.
Del resto per un artista la reazione "live" del pubblico fa parte della magia e per un clown è ancor più fondamentale. In una piazza gremita e al tempo stesso raccolta come quella di Chiavari, lo spettacolo dona grande emozione anche allo stesso performer, che da sempre ama creare un rapporto diretto durante lo spettacolo con le persone sedute.
"Ancora adesso tu vedi la faccia dei giovani, che si stupiscono quando ti avvicini e li tocchi, abituati come sono a vedere tutto da uno schermo: tu vedi i bambini ridere sicuramente negli stessi momenti dove ridevano i loro bisnonni quando erano piccoli"
Intanto la quinta edizione del festival si avvia alla conclusione, dopo aver ospitato grandi nomi in un cartellone capace di toccare tante corde e lasciare spunti di riflessione interessanti. Si va da Fabio Troiano con un testo di Gaber all'attivista Vladimir Luxuria con la sua "Princesa", si è poi passati da Gianni Rodari con un adattamento di Edoardo Erba con Maria Amelia Monti a Daniele Pecci che ha portato "La Morte della Pizia". "Ora dopo il grandissimo artista internazionale Leo Bassi che ho cercato per anni, chiudiamo con Stefano Massini che è il più grande autore italiano, unico italiano nella storia a vincere il Tony Award, premio Oscar del teatro americano", ricorda il direttore artistico Paganini. Appuntamento sabato 23 agosto con “Le storie che ci servono a vivere meglio”.
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IL COMMENTO
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