"Quello che è accaduto in questi tre mesi è un processo alla politica: ai finanziamenti, trasparenti e legali, agli atti, anch’essi legali e legittimi, che abbiamo ritenuto necessari e utili a far crescere la nostra terra"
"I magistrati interpretano le leggi ma la politica quelle leggi le fa. L’autonomia della politica, come quella della giustizia, dovrebbero essere un patrimonio di tutti. Difficile sperare consapevolezza da chi riempie le piazze di luglio (riempie, insomma…), festeggiando l’aiuto arrivato. Ho fiducia in chi crede nella democrazia liberale e spero colga queste vicende come un definitivo campanello che suona per ricordare l’inerzia di troppi anni"
Secondo la giudice, dunque, le dimissioni hanno reso impossibile la reiterazione dei reati che gli vengono contestati: è questa la sostanziale differenza con le precedenti richieste di revoca dei domiciliari che erano state presentate dal legale difensore dell'ormai ex Presidente.
Ed è proprio questo tema, quello cioè di avere legato a doppio filo la libertà personale di Toti con la sua rinuncia alla carica, ad essere stato al centro di furibonde polemiche politiche: se da un punto di vista giuridico la posizione del tribunale ha sicuramente un senso, infatti, sul piano politico e dell'equilibrio dei poteri tra politica e magistratura la questione è molto spinosa.
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Giovanni Toti era stato eletto una prima volta nel maggio del 2015 (vittoria su Raffaella Paita, centrosinistra) e riconfermato per un secondo mandato nel 2020 (dopo aver nettamente superato il candidato del centrosinistra Ferruccio Sansa). Prima di sbarcare in Liguria, Toti era stato prima consigliere politico di Forza Italia e poi parlamentare europeo (eletto nel 2014 con quasi 150mila preferenze).
Prima di entrare in politica, alla quale lo aveva cooptato Silvio Berlusconi, Toti aveva costruito una solida carriera professionale nel giornalismo all'interno del gruppo Mediaset: nel 2007 diventa vicecapo dell'Ufficio stampa, nel 2009 codirettore di Studio Aperto (suo il format di successo Lucignolo), nel 2010 assume la direzione dello stesso tg, nel 2012 sostituisce Emilio Fede alla guida del Tg4 (mantenendo anche la direzione di Studio Aperto).
Arrivato in Liguria come "delfino" di Berlusconi, Toti ha mostrato fin dall'esordio una sua forte personalità: accusato di essere poco ligure (è in effetti nato a Viareggio, cresciuto a Marina di Massa e ha poi sviluppato tutta la sua carriera professionale a Milano), era subito caduto nella tipica gaffe di considerare Novi Ligure come un comune della nostra regione. Ma nel tempo l'impegno di Toti a favore dell'immagine della Liguria si era fatto molto intenso al punto che nessuno ha mai più avuto da ridire sulle origini 'foreste' del presidente di Regione.
Al contrario Toti ha assunto notorietà per la spinta che ha saputo dare ad alcuni settori dell'economia regionale: quella portuale e quella turistica. Si è poi dovuto confrontare con alcune gravi problematiche: il crollo del ponte Morandi, nell'agosto del 2018 e l'epidemia da Covid, nel 2020. La gestione della pandemia gli ha fruttato il forte consenso dell'elettorato che lo ha ampiamente premiato con la rielezione al secondo mandato.
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In questi nove anni le spine non sono comunque mancate: ovviamente la Sanità (problema che accomuna tutti i presidenti di Regione) ma anche le infrastrutture, su cui pure la Regione non ha competenza diretta. Più recentemente ha scatenato le forti polemiche del territorio la scelta di posizionare nel porto di Vado Ligure il rigassificatore Golar Tundra.
Nel corso della sua presidenza Toti ha stretto fortissime alleanze con alcune personalità politiche che sono poi diventate i suoi punti di riferimento: Marco Bucci, prima scelto come amministrazione della società Liguria Digitale e poi candidato Sindaco di Genova contro Gianni Crivello; Edoardo Rixi, già assessore allo Sviluppo Economico della prima Giunta Toti, poi eletto al parlamento e viceministro alle Infrastrutture in due periodi diversi (prima nel Governo Conte I e poi nell'attuale Governo Meloni). Sono loro gli uomini che più di altri hanno lavorato fianco a fianco con l'ex Presidente.
Sul piano delle scelte politiche personali, invece, Toti ha tentato di costruire una sua proposta nazionale, smarcandosi dal berlusconismo e da Forza Italia. Tutto nasce nella tumultuosa estate del 2019: nel mese di giugno l'ex governatore è nominato, assieme a Mara Carfagna, coordinatore degli azzurri. L'esperienza è breve: Toti sogna un partito 'scalabile', che sappia svincolarsi dalla figura del suo padre fondatore. Già ad agosto si rende conto di non avere l'appoggio necessario per portare avanti i suoi progetti, decide così di abbandonare il partito e di fondare Cambiamo!.
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Il tempismo di questa scelta non fu perfetto, pochi giorni più tardi, infatti, il suo alleato Matteo Salvini organizzerà il famoso comizio sulla spiaggia del Papete di Milano Marittima nella quale annuncerà la fine dell'esperienza del Governo Conte I generando uno sconquasso politico che non sarà premiante per la piccola formazione totiana.
L'avventura di Cambiamo! si concluderà nel 2022, con la costruzione prima di Italia al Centro e poi Noi Moderati: alle elezioni politiche del settembre dello scorso anno il movimento non riesce a raggiungere l'1% ma è comunque in grado di eleggere 9 parlamentari (7 deputati e 2 senatori), tra questi l'ex assessore regionale Ilaria Cavo.
Tutta questa esperienza politica, che in Liguria ha portato anche all'elezione di numerosi amministratori locali che guidano da anni la maggior parte dei comuni della Regione (almeno i più importanti), ha subito uno stop la mattina del 7 maggio scorso, con la decisione del tribunale di autorizzare l'arresto di Toti e, nei mesi seguenti, di provocarne le dimissioni da presidente. Il futuro è incerto e tutto da scrivere.
IL COMMENTO
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