Negli ospedali liguri in questa estate "un terzo degli organici è in ferie e cala di un terzo l'attività degli ambulatori. La qualità dell'assistenza nel 70% dei reparti è compromessa. Ma per non portare al collasso i nosocomi quasi la metà dei medici aumenta i carichi di lavoro e quasi il 90% salta i turni di riposo". E' questo l'allarme lanciato dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi) in seguito all'indagine condotta in 9 unità operative di medicina interna degli ospedali liguri.
Negli ospedali della Liguria d'estate "i medici si rimboccano le maniche per non lasciare senza assistenza i pazienti, aumentando il volume di lavoro nel 33% dei casi per sopperire a carenze di organico che tra giugno e settembre diventano insostenibili, visto che circa un terzo di loro va in ferie - si legge nel documento - così molti fanno gli extra per coprire i turni di notte e l'89% salta i riposi settimanali. Nonostante l'impegno però le attività ambulatoriali diminuiscono nel 33,3% dei casi e chiudono del tutto per un altro 33,3% degli ospedali liguri, mentre la qualità dell'assistenza sanitaria è compromessa nel 70% dei casi in modo sensibile".
Una situazione che rispecchia "quello che avviene anche in larga parte dei dipartimenti di altre specialità mediche". Anche se, come specifica il presidente Fadoi Francesco Dentali, "nelle medicine interne le carenze di organico vanno a rendere più critico il quadro perché i nostri reparti sono ancora erroneamente classificati come a 'bassa intensità di cura', il che non riflette in alcun modo la complessità dei pazienti anziani e con plurimorbilità che abitualmente trattiamo nelle nostre unità operative che da sole assorbono un quinto di tutti i ricoveri ospedalieri".
La riduzione degli organici in reparto varia tra il 21 e il 30% nel 33,3% dei casi, tra il 30 e il 50% nel 11,1% dei reparti e tra l'11 e il 20% dei casi del 55,6%. Per chi resta il volume di lavoro aumenta nel 33,3% dei casi e ciò incide "abbastanza" sull'assistenza offerta ai cittadini nel 66,7% dei nosocomi, "molto" in un altro 11,1%, "poco" nel 22,2% dei reparti e mai "per nulla".
A risentirne nello specifico sono le attività ambulatoriali, che diminuiscono del 33,3% fino a chiudere in analoga percentuale. Un altro 11,1% dei nosocomi garantisce invece l'invarianza nel numero e nei tempi delle attività negli ambulatori, che sono rimodulate nei tempi ma invariate nel numero di prestazioni nel restante 22,3%. Se pur riducendo le attività d'estate gli ospedali non chiudono per ferie lo si deve ai sacrifici sostenuti dai medici per coprire la carenza di personale già di per sé cronica: l'89,9% tra giugno e settembre deve saltare i riposi settimanali e il 55,6% è obbligato coprire i turni notturni con attività aggiuntive, mentre l'11,1% garantisce i turni in pronto soccorso.
LA RISPOSTA DELL'ASSESSORE LIGURE GRATAROLA
"Fadoi, con i suoi dati, pone ancora una volta l'attenzione su un problema sul quale stiamo lavorando da tempo consapevoli che si tratta di un'emergenza nazionale e cioè la carenza di personale".
L'assessore alla Sanità Angelo Gratarola commenta così la ricerca pubblicata dal Fadoi-Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti sulla carenza di medici ospedalieri soprattutto nel periodo estivo.
"Il periodo estivo con le necessarie e opportune ferie per i sanitari esalta anche in Liguria la cronica carenza di personale medico - aggiunge Gratarola - La situazione sconta vari fattori: dalla cattiva programmazione del fabbisogno di personale che ha origini molto lontane all'emergenza Covid che in realtà ha fatto da detonatore ad una crisi già nell'aria. A tutti i medici in servizio che, con enorme senso di responsabilità puntano a garantire il mantenimento di tutti i servizi dei vari reparti ospedalieri e l'attività ambulatoriale, va il mio personale grazie per l'impegno eccezionale che forniscono. Per cercare di sopperire alla carenza di personale le aziende sanitarie e ospedaliere liguri continuano ad indire concorsi, ma purtroppo, soprattutto per alcune specialità, si riscontra un'oggettiva difficoltà a reperire professionisti. La Liguria si è comunque attivata ed è stata la prima Regione italiana a portare a 100 euro la tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive, al di fuori dell'orario di lavoro, dei medici di pronto soccorso, provvedimento poi avvallato dal Governo. Le Regioni possono però trovare solo piccoli accorgimenti mentre è evidente che è solo a livello di contrattazione collettiva nazionale che si possono varare norme più importanti e sostanziose per favorire l'avvicinamento dei giovani ad alcune specializzazioni oggi più carenti ed evitare così l'emorragia dei medici del servizio sanitario".
In merito ai settori in difficoltà arriva la puntualizzazione di Alisa.
"Da una nostra analisi del documento Agenas sulla valutazione delle risorse umane negli ospedali liguri - sottolinea il Direttore Generale di Alisa Filippo Ansaldi - emerge che la nostra regione ha carenze in specifici settori: medicina d'urgenza e anestesia in particolare. In generale la situazione ligure è però sovrapponibile a quella delle regioni prese come modello dal rapporto Agenas, che sono poi le nove regioni con le più alte performance del sistema sanitario nazionale".
IL COMMENTO
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