GENOVA - "Non è mai troppo tardi per vivere il sogno". Lo ha detto questo ai giovani uditori Mattia Bani, difensore del Genoa, protagonista del recente passaggio dalla cadetteria alla massima serie della sua squadra.
"Ho scoperto di voler fare il calciatore in età avanzata, rispetto alla media, avendo giocato fino ai sedici anni nei dilettanti". Proprio a quell’età Bani ha iniziato la sua lunga gavetta tra le serie minori, durata circa dieci anni, che lo ha poi portato ad esordire in Serie A con la maglia del Chievo Verona nel 2018.
Ha consigliato ai giovani di non abbattersi alle prime difficoltà, spiegando come la sua gavetta, oltre ad averlo formato, “abbia dato ancora più soddisfazione all’arrivo”. Oltre allo sport ha trattato anche un tema fondamentale come quello della famiglia, che ha definito come “un porto sicuro da cui prendere spunto” raccomandandosi con i giovani di “ascoltare sempre i genitori perché hanno più esperienza di noi"
La famiglia è stata una delle chiavi del successo sportivo di Bani, che oltre a mamma e papà, ha ringraziato Dario Dainelli – compagno al Chievo Verona nella sua prima stagione in Serie A – e Sinisa Mihajlovic, due mentori fondamentali per la sua crescita sportiva ed umana. "Mi dispiace solo di averlo incontrato nel periodo peggiore della sua vita, perché lui per me è stato fondamentale".
In ultimo ha tentato di spiegare ai giovani l’importanza dello studio, che lui stesso non ha mai abbandonato fino al raggiungimento del diploma di ragioneria, conseguito grazie ai corsi serali che gli hanno permesso di portare avanti parallelamente la carriera sportiva e scolastica. Non ha inoltre nascosto il desiderio di laurearsi, perché studiare "ti fa bene e ti fa conoscere tante cose nuove".
IL COMMENTO
Situazione drammatica, presidente Meloni serve incontro urgente
La Liguria vuole tornare a correre, al via i cento giorni di Bucci