GENOVA - Non ci stanno i benzinai di fronte al decreto "trasparenza dei prezzi": anche in Liguria si è deciso di aderire allo sciopero a seguito della decisione del Governo di obbligare i distributori a mostrare il costo medio dei carburanti e a comunicare quotidianamente i prezzi che vengono effettuati nel proprio stabilimento sul sito del ministero, dopo alcuni tentativi di ricucire tra la categoria e il Governo. È stato dichiarato a livello nazionale lo stato di agitazione su tutta la rete: serrata degli impianti in tutta Italia e presidio davanti alle Prefetture. Lo sciopero terminerà alle 19 di giovedì 26 gennaio. Fegica e Figisc/Anisa Confcommercio confermano la chiusura di due giorni, mentre Faib Confesercenti riduce la protesta a 24 ore.
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A ribadire le motivazioni a Primocanale è Fabio Bertagnini, presidente di Faib Confesercenti Liguria che spiega come si sia arrivati a questa decisione. "La nostra rabbia è partita da questa sorta di caccia al ladro, come se i responsabili dei rincari fossimo noi, che siamo l'ultimo ingranaggio della catena di distribuzione di benzina e gasolio", commenta.
"Noi ci siamo sempre impegnati a lavorare nella massima trasparenza ed è assurdo imporci una sanzione di €1000 se non si espone il prezzo medio nazionale o se mi dimentico un giorno di comunicare il prezzo che la mia pompa sta praticando al ministero, specialmente in un settore dove il costo medio del carburante è sempre esposto"
C'è grande amarezza da parte dei gestori degli impianti, che devono fare i conti coi prezzi decisi dalle compagnie petrolifere. Le accise, a detta degli operatori del settore, sono le più care in assoluto dal punto di vista fiscale in Europa e quindi del tutto fuori mercato. E quello che resta in tasca ai benzinai, i pochi che resistono di fronte a sempre più impianti self service aperti 24 ore su 24 e gestiti direttamente dalle major di petrolio, sono 3 centesimi lordi al litro.
"Facciamo qualche calcolo per capire quanto tempo ci si impieghi e quanti litri devi vendere per pagare una sanzione di questo tipo, siamo amareggiati dal tentativo di screditare la nostra categoria"
L’esposizione del prezzo medio italiano, secondo gli esercenti, non gioverebbe nemmeno al contrasto di chi illecitamente riesce a fare prezzi più bassi evadendo le tasse o di chi raggira i clienti aumentando i prezzi. "Paradossalmente chi è fuori da ogni regola rischia di beneficiare di questa misura, chi può fare prezzi bassi perché froda lo Stato lo continuerà a fare lo stesso", aveva svelato il direttore di Confesercenti Liguria Andrea Dameri a Primocanale.
"Secondo le nostre stime, circa il 30% del carburante che viene erogato sulle nostre strade ha delle provenienze poco chiare: questo mina la concorrenza con tutti gli altri"
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I gestori degli impianti lamentano soprattutto la poca chiarezza del decreto, come verrà applicato, come verrà comunicato il prezzo medio e in che modalità, oltre ai frequenti disservizi del sito web del ministero a cui quotidianamente già vengono comunicati i prezzi delle singole aree di rifornimento. In Liguria sono 470 le pompe a cui poi si vanno ad aggiungere i 30 impianti sulle tratte autostradali e il tasso di adesione allo sciopero potrebbe essere molto alto.
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