Cronaca

Per il giudice i comportamenti di Oneda e Bendinelli furono "estremamente gravi" ma non possono essere ritenuti dolosi "al di là di ogni ragionevole dubbio. Sembra più appropriato parlare di colpa cosciente"
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di Redazione

GENOVA - Il "santone" Paolo Bendinelli e il medico Paolo Oneda "sottovalutarono gravemente le condizioni di Roberta Repetto", la donna di 40 morta dopo l'asportazione di un melanoma sul tavolo del centro olistico Anidra a Chiavari, in provincia di Genova, e curata con tisane e meditazione per due anni, ma quella morte non fu voluta, non ci fu dolo.

È quanto scrive il giudice per l'udienza preliminare Alberto Lippini nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato i due a tre anni e 4 mesi con rito abbreviato. Repetto era morta nel 2020 devastata dalle metastasi tumorali dopo l'asportazione di un neo nel 2018 e il mancato esame istologico dello stesso. Per l'omicidio volontario gli imputati avrebbero dovuto "seriamente prefigurarsi l'evento morte" scrive il gup.

E quindi "che gli imputati avessero la certezza che il neo della donna fosse un melanoma, che i linfonodi fossero da collegarsi a quel neo e che la donna sarebbe probabilmente morta in conseguenza di quella situazione". E infatti "seppur vi sia stata un'incredibile sottovalutazione del rischio da parte dei due imputati, nonostante i ripetuti segnali provenienti da Roberta Repetto circa le sue condizioni di salute, i sintomi che la stessa mostrava non potevano in alcun modo far pensare che la stessa sarebbe deceduta in conseguenza dell'asportazione del neo".

Per il giudice i comportamenti di Oneda e Bendinelli furono "estremamente gravi" ma non possono essere ritenuti dolosi "al di là di ogni ragionevole dubbio. Sembra più appropriato parlare di colpa cosciente". Bendinelli è stato invece assolto dalle accuse di violenza sessuale e circonvenzione di incapace. Per il gup, la Procura non è stata "in grado di individuare i singoli episodi di violenza sessuale". Roberta Repetto fra l'altro "non ha partecipato ai lavori sulla sessualità" del centro Anidra "in maniera continuativa durante gli anni ma come lei stessa ha descritto nei suoi diari, ha deciso di interrompere in più occasioni e anche per lunghi periodi tali pratiche" e questo "insinua il dubbio circa l'effettivo condizionamento di Bendinelli nel condurla a compiere atti sessuali"

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