GENOVA - La corsa alle elezioni regionali è di fatto già partita, anche se ancora manca il nome del candidato presidente da parte dei due schieramenti che si affronteranno per la guida della Liguria dei prossimi cinque anni e i nodi sui schieramenti restano ancora da sciogliere.
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Palazzo Tursi in queste ore sta già facendo i conti con i tanti consiglieri e assessori che tenteranno "il grande salto". Tra le incognite più rilevanti, la candidatura di Pietro Piciocchi come presidente di Regione Liguria, un nome che piace e che preoccupa molto il centrosinistra perché porterebbe il 'modello Bucci' in Regione, modello che piace agli elettori secondo anche i sondaggi di Primocanale-Tecné. L'assenza in sala rossa del vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, in caso di elezione, porterebbe un grande vuoto da colmare. E chissà che il ruolo o le deleghe (o entrambe le cose) non possano essere ereditate da Matteo Campora, ora assessore alla mobilità, che proprio a Primocanale spiega come "Bisogna aspettare quelle che saranno le decisioni definitive dei partiti, delle liste che dovranno convergere su un unico candidato presidente. Fatte queste valutazioni poi tutti insieme faremo tutte le valutazioni del caso, col sindaco e col candidato presidente".
"L'importante è che poi la campagna elettorale faccia andare avanti le cose e non ci distragga, questo è un elemento importante"
Il momento per Genova è cruciale e sono diverse le figure della giunta che stanno pensando a proporsi in Regione, ecco perché se da una parte non c'è nessun veto da parte del primo cittadino sulle candidature, dall'altra ogni passo deve essere studiato. "Fa piacere che si pensi a Pietro Picciocchi come candidato presidente, che ha tutte le capacità, le caratteristiche non solo tecniche ma anche umane che è necessario avere quando si ricoprono certi ruoli", commenta Campora. "Credo che occorra lavorare come squadra a tutti i livelli, è importante anche i fini del risultato della regione, perché comunque Genova rappresenta una piazza importante dal punto di vista elettorale, ma nel frattempo tenere a mente tutte quelle molte opere che termineranno nel 2025, 26, 27, tre anni dove andremo a raccogliere molti frutti del lavoro di questi anni".
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Nel frattempo sono praticamente certi di correre per le Regionali (magari insieme, come già avvenuto alle ultime comunali) l'assessore allo sport Alessandra Bianchi e l'assessore alla sicurezza Sergio Gambino. In campagna elettorale si butteranno anche i consiglieri Francesco De Benedictis (che nell'ultima tornata era arrivato terzo dietro Balleari e Ferro), Laura Gaggero e Vincenzo Falcone mentre Alberto Campanella deve ancora decidere. Della Lega, sono Paola Bordilli e Francesca Corso gli assessori che il partito vuole candidare per aiutare nella corsa in questa delicata e breve campagna elettorale. Nel frattempo sono in corso anche i corteggiamenti da parte dei partiti dei totiani e dei civici: tra questi l'assessore comunale ai porti Francesco Maresca che ha avuto qualche contatto ma per ora non ha preso alcuna decisione e resta nella Lista Toti arancione.
La partita è decisamente molto aperta, ma quello che è certo è che se qualcuno degli assessori e consiglieri comunali candidati dovesse essere eletto, potrebbe aprirsi la possibilità di nominare un assessore alla cultura, delega che il sindaco Marco Bucci ha tenuto per sé in questa prima parte del suo secondo mandato. Difficile, però, dire se possa andare al coordinatore del tavolo culturale, il "tecnico" Giacomo Montanari, in quanto bisognerà comunque fare i conti con gli equilibri in giunta tra tutti i partiti.
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Intanto in consiglio regionale, tra i primi ad ufficializzare la propria ricandidatura il consigliere in quota Fratelli d'Italia Stefano Balleari (forte dei voti raccolti alle Europee) e l'assessore alla scuola Simona Ferro che hanno già condiviso via social la campagna dal claim "una buona Regione non torna indietro", ma con loro si ripresenteranno anche l'assessore Augusto Sartori e la consigliera Veronica Russo. Si lancerà anche il coordinatore provinciale Fabrizio Brignola. Nella Lega, si ripresenteranno i due Piana, proposti anche come possibili profili per correre in prima persona da presidente - al posto del tanto desiderato Edoardo Rixi - e Sonia Viale, recentemente rientrata in consiglio a gennaio dopo che Alessandro Benveduti si era dimesso per tornare a fare il manager da Ansaldo. Ore di confronti per i totiani, tra chi come Lilli Lauro avrebbe le valige pronte per 'emigrare' in altri lidi, Marco Scajola corteggiato dagli alleati e i più fidati Giacomo Giampedrone e la deputata Ilaria Cavo, nomi che circolano come possibili candidati presidente, in segno di continuità con l'operato di Giovanni Toti.
La campagna elettorale per il Partito Democratico, invece, passa dai circoli e dalle feste dell'Unità, con un'estate "militante per l'alternativa". Dei consiglieri regionali uscenti quasi tutti si ricandideranno. Sicuramente lo farà il savonese Roberto Arboscello, come l'imperiese Enrico Ioculano, il segretario regionale del partito Davide Natale e Luca Garibaldi potrà provarci per la terza volta ma dovrà chiedere una deroga al partito. Anche Armando Sanna, vicepresidente uscente del Consiglio regionale, proverà a tornare in via Fieschi. Anche nel campo largo restano alcune incertezze sul candidato designato, dato che il Movimento 5 Stelle ha tutte le intenzioni di mettere sul tavolo nomi alternativi ad Andrea Orlando. Tra chi ha dato disponibilità, c'è proprio il senatore Luca Pirondini, che per cinque anni a Genova ha guidato molte battaglie all'opposizione, conquistando poi i voti necessari per volare a Roma.
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