GENOVA - Stimolare l'interazione tra i detenuti attraverso il gioco da tavolo. Questa è la scommessa dell'Università di Genova con il progetto pilota "Boardgame in carcere" che punta a portare il game all'interno degli istituti penitenziari. L'iniziativa è organizzata dal CeRG - Centro di ricerca sul gioco del Dipartimento di scienze politiche e internazionali - DISPI dell'Università di Genova, coordinato da Renzo Repetti, Delegato del Rettore al Polo universitario penitenziario regionale, in collaborazione con il PUP - Polo universitario penitenziario di UniGe e il PRAP – Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. E proprio il professor Renzo Repetti spiega a Primocanale che "il gioco è uno strumento potente di socialità, capace di abbattere le barriere tra le persone".
"Il nostro progetto pilota è iniziato nella casa circondariale di Chiavari. Abbiamo intrattenuto per tre mattine, durante il mese di agosto, una ventina di detenuti. E abbiamo avuto una risposta molto positiva, tanto che da Chiavari ci hanno chiesto di continuare a fare questa attività almeno con un incontro mensile"
L'attività è stata svolta attraverso l'impegno dei giovani del servizio civile che collaborano con il polo universitario e, dopo questa prima fase così positiva, si punta a portare l'iniziativa in altri penitenziari.
"Già da questo mese dovremmo iniziare a Pontedecimo, a Marassi, ad Albenga, a Imperia, a Sanremo e anche in altre carceri del Piemonte e della Valle d'Aosta"
Nel frattempo continuano tutte le attività del polo universitario penitenziario che conta una quarantina di iscritti nelle varie carceri liguri, "tutti studenti che studiano con molto profitto". Una occasione per coloro che decidono di prendere una laurea di ottenere una seconda chance, una volta usciti dalla casa circondariale. Questa è la replica a chi "vorrebbe gettare via la chiave", dato che il vero fine della pena è il reinserimento nella società.
IL COMMENTO
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